Il territorio della Basilicata fin dall’antichità offre tracce di insediamneti umani risalenti al paleolitico. a Venosa, lungo le rive di un lago prosciugato sono state individuate schegge in pietra e tracce di una primitica industria litica risalente a 350.000 anni a.c.. Nel materano poi, si registrano presenze nel neolitico; molto interessanti sono i resti di villaggi di capannicoli e di centri abitati costituiti da grandi trincee scavate nela roccia.
Nella successiva età dei metalli, del bronzo e del ferro la popolazione è diffusa in tutta la regione: nascono i centri fortificati sparsi dalla riva del mar Jonio fino al fiume Ofanto. In questo periodo assistiamo alle prime immigrazioni provenienti dalla Anatolia, soprattutto i Liki, stabilendosi nell’alta e media valle del Basento e alle sorgenti del Bradano.Lungo la costa Meridionale dall’VIII sec. a.c. sorgono le prime colonie greche: Metaponto, Siris, Heraclea sullo Jonio, Posidonia,e Velia sul Tirreno.
La percorribilità dei fiumi della Basilicata agevola e favorisce la nascita di nuove civiltà e di nuove forme artistiche anche all’interno della regione, come nelle località di Montescaglioso, Matera, Venosa , Melfi.
Con l’arrivo dei Romani, verso il 326 a.c. si avverte un periodo di decadenza, la regione è tagliata dalle grandi vie consolari e le città greche come Metaponto,e Policoro spariscono.
Si sviluppano solo i centri vicini alle vie Romane come Venosa e Grumentum.
Durante il Medioevo, tra il sec V e VII si assiste ad una nuova decadenza, le popolazioni danno vita a nuovi insediamneti arroccati sui monti dell’appennino Lucano, difendibili per lo più naturalmente , secondo uno schema di architettura spontanea.
Ijn questo periodo la regione viene dominata, in fase alterne da Longobardi, Saraceni, Bizantini.
Nel XI sec. i Normanni scelgono la zona del Vulture come sede dei loro maggiori interventi e Melfi ne diviene la capitale.
In campo religioso molte sono le chiese che sorgono come la Cattedrale di Acerenza, l’Abbazia della Trinità a Venosa, la chiesa di San Giovanni a Matera.
Con gli svevi, si prosegue l’architettura religiosa e Federico II di Svevia fa di Melfi la capitale del suo regno.e costruisce una serie di castelli nei luoghi più caratteristici della Basilicata come quello di Lagopesole, e di Melfi.
Successivamente, con gli Angioini si assiste ad una decadenza delle condizioni socio-politiche della regione. Lo spostamento della capitale a Napoli, le incursioni dei pirati e il dominio spagnuolo contribuiscono all’ulteriore perdita di importanza.
La Basilicata diventa terra da sfruttare da parte di questo o quel feudatario, questi,non vivendo sui propri possedimenti non contribuisce nè a miglioramenti fondiari e nè ad abbellimenti dei centri abitati.
Tutto il territorio è dominato dagli spagnoli fino al 1734 e nel 1663 nominano Matera capoluogo della Basilicata e nel 1806 , il titolo vienen trasferito a Potenza.
La borghesia illuminata partecipa attivamente al processo di unificazione della penisola ed è interessata attivamente alle guerre mondiali e nel settembre 1943 viene liberata dalle forze alleate provenienti dalla Calabria